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[Sturm Greif] Come Folgore dal cielo.
#33
XXXIII

«Non sai quel che dici, te ne pentirai, ti perderai»
«Chi ti dice che non abbia già raggiunto il fondo del barile? Che sono già perso da tempo?»
I begli occhi da gatta inchiodavano lo sguardo gelido del grosso ruathen, i due corpi intrecciati e troppo vicini perchè certi istinti potessero celarsi.
«Pensi di esserne sicuro? Convinto?»
«Jau, assolutamente»
Le labbra si avvicinarono sinuose all'orecchio, sussurrando sommesse scintille oscure: «Allora voglio che tu chiuda gli occhi e pensi a ciò che più odi: un volto, una persona, un qualcosa. Un mostro. Voglio che monti la rabbia, voglio vederla uscire, straripare. Lascia che mi colmi dei tuoi più oscuri abissi...»

La volontà cedette inesorabilmente, fratturata dapprima dalle crepe della seduzione ed infine frantumata dalle fiamme nere dell'odio, della rabbia e dell'istinto omicida.
Era stato versato combustibile su della brace che ardeva da tempo immemore, infinitamente calda, inesauribile ma che era rimasta sopita da divieti e da un'imposizione forzata e volontaria.

Aveva rinvenuto un pozzo arido, privo del suo contenuto dissetante. Lo aveva trovato e vi si era insediato ammaliato dalla nenia invitante. Un pozzo vuoto, che non chiedeva altro di essere riempito, ma non di acqua bensì di sangue e oscurità. Gli aveva ceduto quanto richiesto, lasciando fluire dentro di sè tutti quegli istinti che per la prima volta dopo tanti anni venivano accolti invece che respinti. Vuotò tutto se stesso dentro quel pozzo infinitamente profondo, dando adito ad impulsi fin troppo repressi. E mentre che il pozzo si dissetava di quell'oscurità questo rilasciava ulteriore combustibile, alimentando le fiamme oscure che s'erano innalzate ad avvolgere l'animo intero, sgretolato e rinato sotto una luce assente, un vuoto assordante ed un nero impenetrabile.  
Non v'era altro che gratuita violenza e famelica brutalità.

[Immagine: 33574i1.jpg]

Non delicatezza. Non amore. Nessun conforto.
Solo avido desiderio e cieca furia.
Una spirale di sentimenti sempre più distruttiva, e seducente allo stesso tempo, che vuotava uno e saziava l'altro in un circolo vizioso senza fine, che precipitava sempre più negli abissi.

Non capitava più una cosa del genere dal furente ed intimo incontro con Jarl Froston che sin da allora aveva scorto i neri nuvoloni tempestosi che scuotevano l'animo battagliero del grosso giovane ragazzo. Lei voleva quella tempesta, lui la percepiva ma non era cosciente, e con lei l'aveva conosciuta.
Gli eventi avevano addensato ancor di più quelle nubi, scaturendo lampi e saette. L'infamia del tradimento aveva scatenato gli schiocchi dei tuoni e il guizzo mortale delle folgori.
E ora anche i mari venivano scossi, con le fragorose onde a travolgere ed i fermi scogli ad infrangere.

Aveva dato tutto se stesso, ogni goccia, ogni essenza di sè, ogni microscopico frammento d'anima messo  alla luce pronto per essere assorbito, dilaniato e poi divorato con famelica insaziabilità.
Si era talmente consumato in quell'atto così estremo da perdere completamente la percezione di tutto ciò che era avvenuto nei tempi recenti. Sfibrandosi sempre di più mentre le fiamme esplodevano nel loro massimo fulgore.

Consumando entrambi.
Saziando entrambi.

Su quello scenario sconquassato dalla tempesta era calata una pericolosa oscurità.
[Immagine: Webp-net-resizeimage.png]
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RE: [Sturm Greif] Come Folgore dal cielo. - da cotoletta - 09-11-2017, 22:50

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