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[Sturm Greif] Come Folgore dal cielo.
#32
XXXII

Mistledale.

A Ruathym circolavano molte leggende circa un passato altrimenti dimenticato, di una spaventosa guerra durata secoli e secoli.
Lo scontro tra gli Æsir, gli dei, e i Vanir, i Figli della Magia.
Un conflitto che era nato per la supremazia assoluta e che aveva perdurato per un'eternità infinita, impossibile da catalogare in terminologie umane, persino elfiche.
Ciò che dicevano le leggende è che i subdoli Vanir, potenti signori capaci di manipolare con facilità la magia, cercarono spesso di invertire la scala gerarchica, tentando di impossessarsi della volta celeste degli Æsir e dominare sul mondo intero, il Midgard, la Terra di Mezzo. Il conflitto tra le due fazioni fu violento ma alla fine si giunse comunque ad una riappacificazione tramite uno scambio di ostaggi. Ciò però non cancellò la pessima fama creatasi intorno ai Vanir, i quali continuarono ad essere dipinti seppur potenti, come pericolosi e subdoli. La cosa migliore era evitarli, come la peste.
C'era anche un detto che Sturm ricordava piuttosto bene: Meglio un cadavere dentro casa che un Vanir davanti la porta. Un fatto del genere poteva significare solo guai.

Trovarsi di fronte quella figura così magnifica ma allo stesso tempo spietata fu come essere travolti da un ciclone che portava con sè l'odore di casa.
Shaylee Muil, Signora del Bosco del Grigio Crepuscolo, questo il nome e il titolo della Vanir, o folletto, che si era palesata dinanzi a tutto il gruppo.
Sturm cominciò a pensare che la bellezza camminasse a braccetto con l'asfissiante bisogno di dover giocare forzatamente a qualcosa. In quel caso però tutti furono un pò costretti a partecipare, soprattutto dopo esser stati testimoni del bruttissimo e invisibile colpo subito da Aslaug.
C'era poco da scherzare e quindi tutti, Sturm compreso, si erano rassegnati a prendere parte a quella perdita di tempo.

E' dura combattere la noia quando si è abituati fin da subito al potere, a fare tutto, senza il minimo rischio, senza sudare una minima goccia di sudore; il piacere di ottenere qualcosa semplicemente svanisce, poichè non c'è attesa che possa alimentare il fuoco dell'ardore per qualcuno o qualcosa. E la noia era ciò che affliggeva la Vanir. Cercava qualcosa che potesse stimolarla, in tutti i sensi.
Era innegabile che Shaylee suscitasse un desiderio e una malizia irrefrenabile, non fosse stato un ruathen Sturm era sicuro si sarebbe gettato ai suoi piedi implorandola di prendere lui come sollazzo lussurioso, ma il fatto che fosse quella che lui definiva una Vanir, lo aveva fatto esitare su un pò tutto: anche sulla possibilità di finire in mezzo ad un'orgia. L'occhiata di Aslaug era stata palese e contrariata, era evidente che lei, indomita com'era, non si curasse minimamente della natura della Signora del Bosco del Grigio Crepuscolo. E Sturm sapeva che in cuor suo si sarebbe mangiato le manone finendo per pensare e immaginare qualche unione piccante.

«Scegliete un desiderio e se sarà abbastanza interessante ve lo concederò»
Optò per il lungo abito che indossava la Vanir che senza problemi si era denudata davanti a tutti loro. Apoteosi. Persino Sitkah aveva ammesso fosse innegabilmente bella.
Dopo aver arrotolato l'intero abito fino a farlo diventare un fagotto ne annusò la fragranza che subitamente gli annebbiò la mente. Pochi istanti che però parvero lenti attimi interminabili.
Il vero desiderio venne a galla come le bollicine frenetiche scaturite da qualcuno che affoga. E con il desiderio, profondo e intimo, quasi dimenticato, tornarono ricordi anche più freschi.

Osservava gli occhi da gatta davanti a sè, che lo scrutavano nel tentativo di penetrargli l'animo e sondargli la più oscura intimità.
La tensione era scoppiettante e le nudità davano maggior adito ad un desiderio represso a fatica.
«Non possiamo concederci queste libertà Sturm è... distruttivo»
La voce vellutata fu come una leggera carezza sul volto.
«E' quello che faccio: combatto, uccido, distruggo. Sono disposto a correre il rischio per qualcosa, o qualcuno come te»
I begli occhi continuarono a scrutarlo.
«Cosa vuoi dirmi?»
Per un istante fugace Sturm potè vedere nei bellissimi occhi che aveva di fronte perplessità, contrarietà, e paura.
Era necessario mettere le cose in chiaro.
«Non è l'amore che cerco, non perchè non lo voglia provare ma perchè proprio ci sono rimasto scottato. Una bruciatura che ha fatto male ancor più di una lama piantata nel petto. Non voglio più niente di simile. Non voglio...»

«... lasciarti qui da sola Sakara» con entrambe le mani tratteneva il volto della giovane ragazza, fissandola. I suoi occhioni azzurri risplendevano in quel flebile riverbero emanato da una torcia lontana. I suoi capelli rossi, sparsi sui mucchi di paglia sembravano fiamme pronte a dar fuoco a tutto. Sturm potè notare l'indecisione nello sguardo della ragazza e la tenue luce di paura che parve attraversarla, facendole fremere tutto il corpo.
Erano entrambi ancora caldi dopo un'unione spontanea. 
Avevano fatto l'amore.
«Greif, se papà sapesse che ho intenzione di venire con voi a Ruathym, mi spedirebbe nel villaggio di suo fratello. Ho paura di lui, quasi quanto ne ho di Rhokka»
«Rimanendo qua però saresti sua preda. Lo sai che mire ha quel dannato. Vieni con me, imbraccia le armi. Rost non sarà altro che fiero di te, benedirà la nostra unione e potremo dare inizio ad un'altra forte generazione. Andremo a razziare in lungo e in largo e farò di te la mia jarl»
«Greif quanto ti piace sognare. Vola basso, ricorda che sei un puledro e non uno stallone, non ancora almeno. E ricordati anche che sono legata da un giuramento. Se dovessero scoprirci qua, ora, non faremmo una gran fine. Quindi và, senza di me, e torna per infrangere quel giuramento. In quel caso allora papà avrà un buon motivo per benedirci entrambi, sarebbe la sua seconda volta. Lo ha fatto anche con tuo padre e tua madre»
«Jau, e proprio perchè ora non ci sono più devo andarmene. Devo...»
«Non mi devi spiegazioni, Sturm. Devi, basta così. Lo so. Ora zitto».
Sturm perse concezione del tempo ma quando tutto fu consumato e il tepore del piacere e delle membra rilassate scemò rimase disteso a guardare la ragazza Baciata dal Fuoco, Sakara Chioma Cremisi, figlia di Rost Chioma Cremisi.
Lei aveva appena terminato di acconciarsi ordinatamente i capelli, lunghi e fluenti.
Si era già rivestita. Quanto era bella e che moglie sarebbe stata. Aveva il profilo degno di uno jarl.
Dovette sentirsi osservata poichè si voltò a guardare lo stesso Sturm con occhi che trasmettevano tanta aspettativa ma anche fiducia incondizionata. 
E tanto amore.

[Immagine: 24qio2u.jpg]

Era appeso in uno spiazzo che precedeva la città di Ruathym. Darbth aveva dato ordine di far appendere a dei pali verticali lungo il bordo del sentiero tutti i ruagh ruathen condannati. Tutti dovevano avere la possibilità di guardare in faccia quei fallimenti umani.
Le braccia dolevano incredibilmente sollevate sopra il capo, erano in quello stato da almeno un paio di giorni. Senza cibo e senza acqua. Qualcuno aveva già tirato le cuoia.
Erano così esausti e prossimi alla morte che ormai avevano deciso di tenere per sè il fiato.
Sturm era considerato uno dei più cocciuti là in mezzo, e soprattutto uno dalla lingua lunga e aguzza. Il che gli aveva procurato dei lunghi pestaggi che lo avevano tumefatto.
Conservava ancora un briciolo di forza per alzare il capo e guardarsi intorno, nella speranza di trovare qualcuno che potesse capire che erano solo dei pesci sani finiti nella corrente della corruzione e spacciati per marci e velenosi.
Nella penombra di una torcia vide effettivamente qualcuno.
Non passava nessuno a quell'ora, se non qualche manipolo di cacciatori e combattenti che pattugliavano i sentieri.
La figura s'avvicinò ancor di più, un cappuccio a coprirle il volto e una tunica lunga, scura a mascherare tutto il resto del corpo.
Solo quando la figura fu più vicina Sturm potè scorgere e riconoscere i tratti di quel viso così tanto amato.
Era Sakara.
Doveva aver saputo ed era venuta per salvarlo, infrangendo il suo giuramento.

Quando però Sakara scoprì il viso Sturm non vi lesse alcun sentimento d'affetto. Bensì, nei bellissimi occhi chiari baluginava la luce dell'odio e del disprezzo più totale.
Sturm percepì il cuore incrinarsi e perdere due battiti. Prese la dolorosa consapevolezza della scomparsa di Rost Chioma Cremisi, anche lui probabilmente finito ammazzato durante quella che doveva essere la Grande Razzia.
Non aveva forza per parlarle, di spiegarle.
"Non farlo Sakara, non farlo ti prego!" quella preghiera gli martellò il cranio quando vide la ragazza, tumefatta in volto anche lei, avvicinarsi ancor di più.
Sturm comprese: con la morte di Rost il giuramento era da considerarsi infranto e lo spietato Rhokka doveva esserlo venuto a sapere prendendo con la forza ciò che riteneva un bocconcino degno della sua attenzione.
"Qualunque cosa accada Greif sarò con te, qualsiasi cosa" Sturm ricordò le parole di lei, sussurrate all'orecchio dopo aver fatto l'amore.
La lacrima che comparve venne istantaneamente coperta dallo sputo sprezzante della ragazza.
Sakara fissò rabbiosa colui a cui si era promessa, nello sguardo albergava solo delusione e rassegnazione per un destino spezzato e precipitato nell'abisso di Hel.

[Immagine: 2141r10.jpg]

E Sturm capì, affranto, che l'amore era qualcosa di volatile, come tante altre cose in quel mondo, e che bastava un niente per cancellarlo, schiacciarlo ed affossarlo.
Pianse in silenzio, assorbendo molto lentamente l'ultima batosta assestata da quel destino così malvagio ed insidioso.

Durante la notte aveva deciso di scendere nella sala della mescita. Le terme erano chiuse. C'era ancora qualche boccale semi pieno, lasciato lì da chi aveva ceduto prima all'alcool.
Ne arraffò qualcuno, aiutando gli sguatteri che stavano ordinando la sala.
Scolò tutto quanto poteva, fino a stordirsi, affievolendo quella sensazione di perdita, rabbia e nervosismo crescente.

«Perchè non le ho chiesto di togliermi i ricordi?»

[Quest DM Cyrano]
[Immagine: Webp-net-resizeimage.png]
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RE: [Sturm Greif] Come Folgore dal cielo. - da cotoletta - 03-11-2017, 16:04

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