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[Sturm Greif] Come Folgore dal cielo.
#29
XXIX

Il signor Rotto si rivelò essere un praticissimo ed inusuale sacerdote. Non ne avevano mai visto uno così, dai modi trasandati e incredibilmente ebbri d'alcool.
Si prese però cura delle ferite riportate dai tre ruathen con dedizione e praticità, richiamando a sè il potere divino necessario per praticare medicazioni magiche o prodigandosi in fasciature steccate ben salde per una guarigione relativamente rapida.
Dei dodici di partenza erano rimasti esattamente la metà, Ysgithr l'Orso Nero era caduto portandosi dietro altre vittime.
«Hanno detto che possiamo tenerci un trofeo e che ci pagano, pensate un pò»
«E che prendiamo? Le sue zanne? Il resto puzza talmente tanto che il tanfo rimarrà in zona per almeno tre secoli»
«Il pelo, prendiamoci il pelo. Lo faremo acconciare e ne faremo dei manti»
L'idea proposta da Erlend piacque agli altri due ruathen.

Lo stesso pomeriggio dovettero rimettersi in marcia per tornare in direzione di Neverwinter ed incontrare il nobil uomo a cui consegnare la grossa testa di Ysgithr e riscuotere la taglia che aveva in serbo per lui.
L'uomo non era un tipo da annoverare tra le alte personalità di Faerun, era un umano qualsiasi che aveva ereditato sangue blu e che per chissà quale fortuna era riuscito a trovare come moglie un'alfar bellissima. Sturm già dal secondo giorno in cui avevano lasciato nuovamente Neverwinter non ricordava più ne il nome ne le fattezze di quel nobile. Ma ne invidiò comunque la ricchezza che aveva ostentato tra abiti fastosi e gingilli ornamentali impreziositi da miriadi di gocce di pietre preziose.

Il Tenente Erik aveva riscosso la cospicua ricompensa e l'aveva suddivisa tra i presenti, anche tra i ruathen a cui però aveva detratto tutte quelle monete che Otto aveva speso per equipaggiarli. Quindi i tre ruathen non presero altro che una misera manciata di monete d'oro. Una miseria di cui però si accontentarono di buon animo: erano ancora vivi e sicuramente quelle monete erano meglio che di un calcio dietro il deretano o l'umido infinito soggiorno in una cella.

«Ora si torna dagli altri, siamo in ritardo sulla tabella di marcia. Quei Corvi non aspetteranno ancora a lungo e se non ci sbrighiamo Ferdinand ci scuoierà vivi. Giggle, guidaci tu, terremo il passo. Otto, Teera ha ancora il tuo simbolo sacro eh? Devi smetterla di scommettere con lei, finirai per girare anche senza mutandoni. Ammesso tu li abbia là sotto. Acquista un pò di birra, rhum e wiskye, veloce però. E ora a voi tre» Erik alla fine si volse a scrutare i tre ruathen.
«Ho già incontrato gente di Ruathym e il loro sangue ha macchiato la mia lama e la mia armatura. Porto un loro ricordo anche» non fu preciso nel dirlo ma Sturm sospettò si riferisse alla cicatrice che gli deturpava il volto. I tre ruathen però non si scomposero più di tanto, avevano capito che quella del Tenente Erik era solo una constatazione ben mirata.
«Non siamo in periodo di reclutamento ma visto l'operato potremmo fare un'eccezione: unirvi a noi. Paga assicurata con buona probabilità di poter racimolare anche qualche bel bottino. Dovrete sottostare a delle regole e soprattutto ad un capo, che potrò essere io, o Giggle, o anche il signor Otto, o Ferdinand, che forse conoscerete, e che, se lo farete dovrete farvelo andar bene, nonostante le sue forme. E' una furia»
Sturm adocchiò Ffolk che adocchiò Erlend.
Lentamente tutti e tre annuirono.
Sturm stava già immaginandosi un altro figuro in stile Capitano Morgan. Un nome maschile che mascherava in realtà una donna voluttuosa e pericolosa. A quali altre forme poteva riferirsi altrimenti il Tenente Erik?
«Rètt, ci stiamo fintanto che si combatte»
«Sta bene, appena riuniti agli altri svolgeremo l'investitura»
«Diventeremo cavalieri?» Sturm si ricordò dei cavallereschi racconti di Denim il Purpureo.
«Cavalieri? Oh no no. Diavoli Rossi»
«Diavoli RossiFfolk fece trasparire un tono scettico nel porre quella domanda così accigliata.
«Sì, i diavoli rossi del Grande Uno Rosso»

«Big Red One» sia il Tenente Erik che Giggle si irrigidirono fieri, impettendosi, poggiando l'indice destro sulla parte sinistra del petto, sulla grossa banda rossa che risaltava sulle loro tenute, per verticale, all'altezza del cuore.
Lo fece anche Otto che però poi bofonchiò stranito.
«Ah, uh, ho giuocato pure quella, che Beshaba mi tuolga l'alcool puer fuavuore ich»
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RE: [Sturm Greif] Come Folgore dal cielo. - da cotoletta - 17-10-2017, 15:04

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