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[Sturm Greif] Come Folgore dal cielo.
#6
VI

La burrasca li colse del tutto impreparati. La drakkar fu fortemente sballottata dalle onde, tenersi aggrappati al cordame dell'imbarcazione senza cadere in acqua fu difficilissimo. Più volte qualcuno del gruppo fu sul punto di finire fuori bordo, solo l'esperienza e la forza della disperazione consentirono ai fuggitivi di rimanere sulla drakkar.

Non si resero conto di quanto durò l'ennesima tempesta. Ma si resero conto, con afflizione, che le poche scorte di cibo e acqua potabile che erano riusciti ad imbarcare erano andate perdute. Un'ulteriore offerta forzata. Ma infondo Sturm sapeva che gli Æsir più turbolenti, le Furie, erano anche le più capricciose. A loro andavano elargite le più disparate offerte, in cambio essi rispondevano con i loro favori. Favori interpretati secondo il loro umore, costantemente in mutamento, come il vento in tempesta.
Quella, secondo Sturm, era la loro risposta: la furia della natura che stava permettendo un periglioso avvicinamento alle coste del Faerun.

Quando poi tutto si placò l'imbarcazione proseguì verso est. Le vele erano andate perdute, i lembi di stoffa strappata penzolavano in assenza di vento, o sventolavano impotenti ad ogni lieve folata . L'albero maestro era stato brutalmente spezzato, tramutandosi in un ulteriore pericolo per i passeggeri della drakkar. In mezzo alla nave ora vi era un palo acuminato dove sarebbero potuti finire infilzati se solo non fossero stati attenti.
In assenza di alternative e col morale a terra non poterono far altro che vogare. Vogare a ritmo, intonando canti ruathen, come erano soliti fare durante le spedizioni di razzie.
Le difficoltà erano ancora lontane dal terminare.

Erlend, un tipo taciturno dalla carnagione diafana, indicò davanti a sè: «Ho visto qualcosa che usciva dall'acqua!» tutti si concentrarono assottigliando lo sguardo per guardarsi intorno, diminuendo il ritmo di vogata.
«Sarà una sirena che dite?»
«Lo fosse stato adesso non staremmo qui a chiedercelo»
«Forse era solo un tonno»
«No no, era una pinna. Eccola! Eccola di nuovo!»
«Rimaniamo calmi. Ritirate i remi e aspettiamo un pò prima di riprendere. Riposatevi. Per quel che vale»

«Erlend. Forse prima hai avuto qualche allucinazione. Non era una pinna ma una nave, guardate laggiù»
Sturm era in piedi, con un piede poggiato al bordo dello scafo. Si tratteneva al cordame, sporgendosi in avanti per guardare meglio. L'altra mano sul volto, a schermare gli occhi dalla forte luce emanata dal sole.
Tutti si alzarono per osservare.
«Riesci a vedere che bandiera batte?» il tono di Ffolk tradiva un certa preoccupazione. Sturm lo capiva. Tutti capivano. C'era il generale timore che potesse essere una nave pirata di Luskan.
«No, non riesco a distinguere niente. Di sicuro è una grande nave, più grande della nostra»
«Ci fosse stato Darg, maledizione»
«Che facciamo?»
«Aspettiamo»

Il culmine dell'attesa fu un disastro.
Arresisi alla realtà dei fatti gli otto ruathen fuggitivi attesero. Non aveva senso fuggire remando. Aveva senso attendere e in caso andare incontro alla morte combattendo un ultimo estremo duello.
Il fato, o la Morrighan, come sosteneva Sturm, da un lato li premiò. Difatti l'imbarcazione che stava avvicinandosi innalzò la bandiera recante il simbolo di un grande occhio piangente.
«Eiggerstor» pronunciò speranzoso Ffolk in illuskan.
«Che?»
«Neverwinter»
Era un brigantino che sferzava con velocità le acque marine. Di lì a breve li avrebbe raggiunti.

Quindi emerse il lato negativo della situazione. Presi com'erano dall'avvicinarsi del brigantino nessuno degli otto ruathen si accorse effettivamente delle tre pinne che, zigzagando, si stavano avvicinando alla drakkar.
Il colpo improvviso che subì la già martoriata imbarcazione ruathen fu talmente violento che la drakkar si spaccò a metà, in un turbinio di schegge di legno.
Tutti finirono in acqua.
Sturm riemerse scuotendo la testa per riprendersi da quel momento di totale sorpresa, gli occhi gelidi sgranati. Aveva intuito cosa stava per succedere. "Erlend aveva ragione per la Morrighan! Da quanto tempo ci stavano seguendo?"
«Verso la nave! Verso la nave! Nuotate se volete vivere!» come sempre era Ffolk a riportarli alla realtà e a spronarli. Le gare di resistenza e di nuoto avrebbero dato i loro frutti.

In otto nuotarono contro il brigantino, in quel momento unico faro di salvezza. Ma solo in cinque riuscirono ad arrivare.
Durante quelle che sembravano interminabili bracciate Sturm potè udire dietro di sè le urla di coloro che vennero raggiunti dalle temibili fauci dei tre squali. Attanagliati e poi portati in profondità.
I polmoni bruciavano come non mai. Macchie nere, pulsanti, comparirono ai bordi della visuale che si faceva sempre più sfocata. Il fiato era sempre più corto. L'incitamento degli uomini sul brigantino sempre più lontano. Le orecchie fischiavano. Hela gli stava alitando la sua essenza di morte sul collo.

Quando Sturm raggiunse il ponte dell'imbarcazione si lasciò cadere a terra esausto, completamente bagnato. Vomitò acqua e bile. Vicino a lui Ffolk, Erlend e solo altri due di loro, nel medesimo stato. Cinque in tutto.
Mentre riprendeva fiato con ampie boccate, lo sguardo rivolto verso il cielo limpido e l'ampio petto che s'alzava e s'abbassava in un ritmo frenetico, si accorse di avere intorno alle spalle e al torace una lunga corda che sfregava sulla sua pelle. All'estremità c'era qualcosa legato. Non fece in tempo a capire cosa fosse che diverse lame vennero puntate su di lui e i suoi compagni di fuga.
«Il Capitano Morgan vi da il benvenuto sulla Maelstrom» fu la divertita accoglienza della donna pirata che giunse svettando tra loro.
[Immagine: 2199vf5.png]

Ffolk si lasciò sfuggire una risata breve e rauca. Sturm rise insieme a lui.
Quant'erano capricciosi la Morrighan e le Furie.
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RE: [Sturm Greif] Come Folgore dal cielo. - da cotoletta - 14-09-2017, 19:00

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