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[Maragorn Fennec] Diario e appunti di viaggio
#9
Un uomo, quest Uomo. Delle volte la differenza tra una maiuscola e una minuscola possono dire molto più di tante spiegazioni.
Questa avventura mi è capitata qualche sera fa ad Ashabenfold. Controllavo se vi era qualche oggetto interessante al mercato coperto quando mi sono imbattuto in una strana figura incappucciata, presentatasi come Samuel Manowar. Questo stava cercando qualcuno che lo accompagnasse in una missione di ricerca in una grotta non lontana dalle mura della città. Prometteva una paga e, vista la mia cronica penuria di monete, ho deciso di sentire nel dettaglio cosa avesse da offrire. La paga non era granché per un avventuriero esperto e per questo non aveva trovato nessuno che volesse scortarlo, ma quel “non granché” per me significava la differenza tra dormire in tenda e nutrirmi di bacche e cacciagione o fermarmi in locanda e garantirmi un pasto sicuro durante i miei viaggi. Analizzati i pro e i contro per un interminabile secondo, accettai su due piedi. L’appuntamento sarebbe stato a l’imbrunire, in locanda, dove avrebbe approfittato per fare un ultimo tentativo di reclutamento. Sfortunatamente questo non andò a buon fine proprio in virtù del fatto che, come già detto, per degli avventurieri esperti una paga di 300 monete è ben poca cosa e, al netto di proclami, sono davvero pochi coloro i quali si muovono per la gloria.
Sistemati i bagagli, qualche ora prima dell’alba ci spostammo all'ingresso sud della cittadina per varcarlo alle prime luci del mattino. Camminammo per qualche ora fino a giungere al sentiero Yeven dove, nascosto tra le frasche, ci celava l’ingresso di una grotta. Mentre ci preparavamo per varcare la soglia dell’antro misterioso il mio compagno indossò una maschera, anche i capelli lunghi che teneva raccolti parvero cambiare, allungandosi ulteriormente come per effetto di un qualche incantesimo. Non riuscì a vedere il suo volto in quanto aveva indossato una maschera lucida come uno specchio ma avevo l'impressione che fosse cambiato: l’unica cosa che ottenevo guardando il suo volto celato, non era altro che la mia immagine riflessa. Imbracciati scudi e impugnate le armi ci facemmo largo nell'oscurità della grotta. Capì subito che il mio compagno di viaggio era tutt'altro che uno sprovveduto, sia dalle armi formidabili che impugnava e sia dal comportamento al primo scontro. Quando ci trovammo davanti alcuni goblin se ne sbarazzò senza la minima fatica, addirittura senza che io facessi in tempo a intervenire: ormai era chiaro, non aveva certo bisogno del mio aiuto. Lungo il nostro cammino le insidie però erano diverse, non si trattava solo di schermaglie contro gli occupanti della grotta, ma anche di diverse trappole disseminate lungo il nostro cammino che, anche se sospettavo fosse perfettamente in grado di gestire da solo, lasciò a me.

Ancora non capivo dove voleva andare a parare e restai al suo gioco, ogni volta andando a infrangere il mio sguardo sulla sua maschera lucida o sul suo tono di voce assolutamente piatto.

Il viaggio nei meandri di quella grotta proseguiva e, di scontro in scontro, gli avversari si facevano sempre più coriacei fino a che non ci trovammo davanti un gruppo di orchi. Questi erano accompagnati dai loro sciamani il che rese la schermaglia più dura del previsto. Dopo esserci sbarazzati, non senza fatica, anche di questi, decidemmo di prendere la via per la superficie prendendo un cunicolo nascosto che, avevamo notato, portava aria fresca direttamente dall'esterno. Inutile dire che la salita fu impegnativa. L'ingombro della mia corazza e la fatica accumulata durante la discesa non rendevano “l'arrampicata” semplice e, come se non bastasse, le sorprese ci aspettavano anche in superficie. Era ormai notte alta e una volta giunti a una piccola radura, notammo alcuni strani movimenti in direzione degli alberi della foresta, in un men che non si dica fummo attaccati da alcune… piante aggressive. Non saprei come definirle altrimenti, so solo che  anche queste furono un impegno tutt'altro che probante per quello che da mio protetto, era diventato a tutti gli effetti il mio protettore.
Giunti nei pressi del bivio sud di Ashabenfold ci fermammo lungo il fiume per lavare via lo sporco e il sangue rappreso dalle corazze. Quello che avevo creduto chiamarsi Samuel Manowar, si levò la maschera mostrando quello che era il volto di un'altra persona. Questi parlava di se in terza persona, mi diede una nota di cambio come pagamento dei miei servigi e si allontanò, non prima di aver detto qualcosa sulla mutabilità delle persone.

Non riesco davvero a capire perché ha voluto spendere dei soldi per avermi con se dato che non aveva bisogno della mia presenza. Inoltre non abbiamo cercato proprio nulla dentro quella grotta quindi non doveva recuperare niente; era come se volesse mettermi alla prova. Che in qualche modo avesse a che fare con Jorah?
 
*In fondo alla pagina del diario un nuovo disegno, stavolta di un uomo incappucciato e con indosso una maschera a specchio*

[Immagine: lFUnH8v.jpg]
Una vita da mezzadro, anni di fatica e zappa per poi prendere una spada.

PG: Maragorn Fennec  Diario / Portrait
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RE: [Maragorn Fennec] Diario e appunti di viaggio - da mighelio - 01-10-2019, 18:55

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