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[AQ] Fuoco Purificatore
#1
Durante le ultime esplorazioni, in diverse occasioni avevano rinvenuto alcuni vecchi vasellami rivelatesi qualcosa di ben diverso da semplici zuppiere. Il primo fu rinvenuto nella umida semioscurità di una grotta, sottratto ad alcuni malviventi che ebbero l'ardire di attaccarli. Aldric lo raccolse assieme ad alcune monete e cianfrusaglie da spartire in un secondo tempo, ma poi notò qualcosa sotto lo sporco e sudiciume che la ricopriva.
Chiamò Darsa mentre sfregava la ceramica ripulendola e le mostrò quello che entrambi avevano riconosciuto come il simbolo di Istishia: Dio degli elementali dell'acqua, della purificazione e dell'umidità. Gli occhi della genasi avvamparono subito ostentando l'odio infuocato che eternamente perdura tra la sua stirpe e la "Baldracca delle pozzanghere". 

"Allontana da me quella cosa blasfema! La distruggeremo immolandola nelle Sacre Fiamme di Kossuth!"

Comprendendo che in ogni caso la genasi non si sarebbe degnata di toccare quel vaso con le sue mani, Aldric le chiese almeno di cosa si trattasse, intuendo che probabilmente era anche un oggetto magico. Dovette comunque attendere che il crepitare della genasi si quietasse per avere risposta. In lingua comune almeno. Al fine Aldric ebbe conferma che tale oggetto avesse il potere evocare un elementale legato al piano del ghiaccio.
Tuttavia l'uomo ebbe abbastanza buon senso da non attivare l'oggetto nemmeno per prova. Almeno... non davanti alla focosa compagna. Si limitò a coprirlo con un panno, infilandolo poi con cura nella borsa magica che portava sempre con sè. Promise che l'avrebbe custodita per lei fino al momento opportuno e lei non mancò di ricordargli che quella... era la sua borsa.

Nei giorni a venire il gruppo rinvenne altri vasellami simili, tennero da parte quelli integri per destinarli alla stessa sorte del primo. Nel mentre la genasi organizzava l'offerta contattando inizialmente chi, tra i suoi conoscenti, poteva essere interessato. Come il mago quasi rosso Sek Nefer, che appoggiò di buon grado l'iniziativa. Allora Darsa, in un mite pomeriggio colmo di noia, si accinse a stilare una lettera di richiesta per il Tempio di Kossuth. Lettera che tardò a consegnare, poichè nel mentre una questione un po' strana si fece strada. 
Qualcosa che a primo achito le parve futile, sembrava invece avere importanza per gli altri. Quando Darsa, come nulla fosse, disse non ricordare il giorno della propria nascita, la faccia sconcertata di Majuk fu estremamente chiara. Persino Aldric ne fu stupito e propose a Darsa alcune idee per scoprirlo. Perchè per loro era così importante?

"Ma quindi tu non sai neanche quanti anni hai di preciso?"

Darsa non sapeva che dire. Si sforzò di ricordare ma, ovviamente, durante gli anni di prigionia quello era l'ultimo dei suoi problemi. Ripensò a quando era bambina, gli anni delle bambole animate di sua madre e dei giochi pirotecnici di suo padre. Ma ormai quei ricordi erano sfumati nel corso degli anni e degli eventi. Qualcosa dentro lei, suggeriva che era nata davvero il giorno che si era liberata come fiamma ardente nell'incendio più spettacolare di tutti i tempi. Più realisticamente, degli ultimi decenni.
Da una parte capiva che se un Aldric, nel pieno della sua posizione, le suggeriva di approfittare del prossimo sacrificio per interpellare gli dei, difficilmente lo faceva a vanvera. D'altra parte una vocina crepitava piano di non perdere tempo per una cosa così inutile e irrisolvibile. Probabilmente neanche a Kossuth fregava un fico secco della sua nascita, ma che volete.. chiedere è lecito, rispondere cortesia. E comunque gratuito.

Decise di farlo e si accinse a scrivere una nuova lettera...
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
[Immagine: d74f984f6804a4af70519c18280b3419.jpg]
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#2
Quando finalmente arrivò risposta dal Sacerdote, poteva recarsi al tempio per discutere la questione e compiere il sacrificio. Purtroppo nel mentre si erano verificate questioni più urgenti, che la costringevano ad allontanarsi da Essembra per alcuni giorni seguendo le Lame.

Detestava riorganizzare le sue priorità per qualcosa che avrebbe già distrutto da tempo, evitando tanti problemi.

In quei giorni non le premeva più così tanto sapere quanti anni avesse. Una curiosità che si era accesa dalle domande dei compagni, si era poi consumata, soffocata da eventi più impellenti. Tuttavia bastò l'invito del sacerdote per ravvivare quel fuoco nel suo animo ed ora, nuovamente, bramava risposte.

E se qualcuno li stava osservando ancora, ben venga. Che assista pure alla potenza di Kossuth!

Mando alcune lettere per radunare gli interessati al sacrificio: 
Sek Nefer, mago rosso fedele al Lord
Lein, il cui male era stato purificato dalla Fiamma Sacra
Aslaug e Sturm, cui voleva mostrare un po' della sua cultura e fede, lei unica Lama invitata personalmente
Dyane, la barda del Calimshan

Mando un generico invito anche alle Lame, sia mai si offendessero per averli esclusi. La risposta di Majuk le ricordò di non aver specificato ai perditempo di astenersi, eppure era così ovvio! Majuk addirittura l'aveva presa per una festa. Sperava che almeno Zigrin ci arrivasse da solo. Ad ogni modo fu un gradito rifiuto, non aveva nessuna intenzione di affollare il tempio coi suoi stupidi sottoposti. Contava che con Aldric sarebbero stati meno di una decina, anche nel caso in cui fossero venuti Exem e Nathan. Si avvide infine di aver scordato Derek, le avrebbe dato una voce di cortesia, se si ricordava.

Eventuali disturbatori erano comunque graditi, direttamente nel Sacro Fuoco, assieme ai cocci di Istishia.
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
[Immagine: d74f984f6804a4af70519c18280b3419.jpg]
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#3
Aslaug si appoggiò alla porta, nel fondo della stanza Darsa preparava le sue cose, sorrise appena guardando la genasi, era sempre stata restia verso i non umani, al contrario della propria gente che avrebbe ucciso volentieri ogni creatura diversa da loro, doveva ammettere che ultimamente il rapporto con la fiamma si era intensificato, unica nelle lame che le aveva dato un po di rispetto e attenzioni, l'invito poi andava a confermare la sua vicinanza, sospirò pensando al caldo che ci sarebbe stato, doveva assolutamente indossare abiti leggerei, in fondo aveva sempre avuto un legame con il fuoco, "baciata dal fuoco" così la chiamavano, vento e fuoco potevano scatenare l'inferno in terra e questo le piaceva. 
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#4
[Immagine: Seemingly-_Irrelevant-_Feature-_Image-1.jpg]

Portai la mano tra le fiamme del Sacro Braciere lasciando in offerta il vaso della dea nemica. Ed il fuoco accettò il sacrificio lambendo le mie carni. Un lamento mi sfuggì ma subito mi accorsi che le bruciature rigeneravano. Chiesi venia, rimediando subito alla dimenticanza.

Offro a Voi Signore del Fuoco, meriti, colpe e conquiste.
A questo fuoco offro i miei sensi fisici
e uso le mie emozioni come veicolo del sacrificio.

Posai il ricordo di mio padre sul bordo del braciere, affinché il mio sacrificio fosse totalmente puro. Sentivo la sua presenza spirituale al mio fianco, la sua approvazione, mentre una seconda volta offrivo al Sacro Fuoco la mano e un altro vaso. Strinsi i denti al calore crescente, per niente al mondo avrei ceduto.

Voi che osservate l'invisibile del mio potere,
mentre la mia magia attraverso il suo fuoco vi descrive.
Custodite i miei segreti, Voi che siete i miei segreti.

Ancora una volta il fuoco consumava la mia pelle, ma non aggiungendosi nuove ferite riuscii a resistere meglio al dolore. Ora, perché la mia offerta fosse completa, afferrai l'ultimo vaso con entrambe le mani e le immersi tra le braci ardenti per la gloria del mio Signore.

Io invoco Voi Potente Kossuth!
Che nato da Fiamma Pura,siete il fondamento dell'esistente.
accettate questo sacrifico dalla vostra umile serva.

L'odore acre della carne arrivò alle narici accompagnato da un urlo mal trattenuto finchè il sacerdote non pose fine al martirio. Strinsi l'anello di mio padre per farmi forza, senza indossarlo. La Ferventissima Fiamma concluse le preghiere del rituale e strinse le mie mani tra le sue aumentandone il dolore. Decisa a sostenere la mia prova nonostante tutto, gemevo ma non toglievo le mani.

"Sta pronto ad affrontare le sfide che la vita ti pone davanti per metterti alla prova, e sostienile nonostante le difficoltà e il dolore che comportano."

Al fine, l'offerta fu gradita al Signore del Fuoco e le mie mani furono guarite dal suo potere. Questo però era solo l'inizio, la prima di una serie di prove. Quando mi recai al tempio il giorno seguente, mi vennero affidate alcune mansioni. Manutenzione del Tempio. Dopo ore di lavoro mi veniva detto di tornare il giorno seguente. Non mi divertivo affatto a quelle mansioni degradanti ma non feci obiezioni, nulla era troppo per il mio Signore. Ed ora, finalmente, gli appuntamenti cominciano a farsi più radi.
"Come ti chiami?" "Echo" "Echo?" "Echo"
[Immagine: d74f984f6804a4af70519c18280b3419.jpg]
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