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[AQ] Cambiamento: Sensualità & Sangue
#1
Ho diciassette inverni, in questo momento sono nuda davanti allo specchio, studio il mio corpo e le curve che producono, le mie cicatrici, la taverna dove ho preso la stanza è silenziosa e con le luci soffuse, quasi buie, mi guardo e cerco di capire chi sono..


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Sono figlia di Ulric, mio padre, guerriero e ruathen, morto ormai da molti inverni e vivido solo nei racconti

Sono  figlia di Lagherta, cacciatrice e ora amante del mio Jarl, che pur lasciandomi libera non si è fidata delle mie capacità, mandando un protettore

Sono figlia del mio clan, i Eydirdafrblod, il sangue per noi è importante, la battaglia lo è.. il mietere vittime in onore dei nostri dei...

Sono Aslaug e in tutti questi anni non ho capito chi sono, quando raggiunsi i dieci inverni andai a caccia, per conquistare il mio diritto di cacciatrice e donna guerriera, riuscii lì dove altri perirono, uccidendo il cervo dalle grandi corna.. quindici giorni tra neve e ghiaccio.. sofferenza e lacrime nascoste che non potevo mostrare in compagnia.

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Ora guardo il mio viso e rifletto, oggi ho tolto l'armatura e indossato un abito, costretta dalle esigenze, ho mentito senza usare la forza.. non ho richiesto sangue ma ho raggiunto lo scopo, non avevo mai considerato il mio aspetto e l'effetto che causa su chi mi circonda;
questa terra, che tanto mi attirava durante le razzie nelle coste mi guarda da fuori e se non parlo o mostro i miei istinti mi considera desiderabile, un aspetto mai esplorato, ho sempre pensato che se voglio qualcosa la prendo, anche se fosse un uomo e viceversa deve riuscire a farlo, ma qui sembra tutto diverso, dice bene Fjolnir quando esasperato dice che sono tutti strani e incomprensibili.

Guardo l'armatura stesa nel letto, non è come quella che usa mia madre, ho rattoppato le perdite sulla base in mitrhyl, utilizzando pezzi recuperati, stoffa verde per confondermi nel fogliame.. e rifletto sulle nostre usanze, sono sempre stata ribelle, mai prese in considerazione, ma fino a che punto mi spingerò? 
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#2
Aslaug osservava attentamente l'armatura, il cambio era stato repentino e portato da esigenze esterne, le sembrava stonata come situazione ma non poteva evitarlo, sistemando le varie cinghie studiò l'armatura, aveva fatto applicare pelle e metallo nero sulla base in mitrhyl e una pelliccia nera sulle spalle, poi guardò la spada nuova e lo scudo, aveva speso tutto quello che aveva per attrezzarsi..

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Sfiorando la lama ne osservò la fattura, diversa da quella della sua gente, tutto era diverso ormai e lei ne doveva prendere atto, la cosa la turbava ma era anche eccitatane,il lavoro richiesto era silenzioso e la sua vecchia armatura non era adatta, in più aveva comperato un nuovo scudo e una lama e anche degli abiti, tutto in stile del continente, con fare lento iniziò a vestirsi, la stoffa risultò morbida al contatto con la pelle e ci mise diverso tempo a capire come allacciare le cinghie, che stringevano in punti strategici, così da risaltare alcune forme...


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ripensò a Fjolnir... a  come l'aveva presa in giro per quegli abiti, sospirò e guardò verso il letto, dove giacevano i vecchi abiti ormai stracciati, fece spallucce e sorrise al pensiero dell'ultima discussione con il grosso guerriero, era riuscita con le parole e senza una rissa a convincerlo, prendere qualche intruglio in battaglia, per non crepare malamente, si era sforzata, per non infuriarsi e usare le parole giuste, ed infine ci era riuscita...



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#3
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Un turbinio di graffi e sangue, morsi e ringhi sospiranti, la rossa ruathen aveva espresso la sua essenza e la nottata era stata agitata, piacevolmente sorpresa dalla sua reazione.. sia della richiesta, avvinghiata alla sua preda, vi si staccò aprendo gli occhi, alzandosi dal letto, malridotto almeno quanto il corpo disteso, prese una pergamena, recitandola a bassa voce curò le ferite, sorrise selvaggia tra se, il corpo coperto di segni, ma nulla di grave, aveva dominato lei, con calma si rivestì e uscì nel silenzio del primo sole. 
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#4
Era tempo di festa, un anno prima della prova, il suo abito era blu, il vento le accarezzava il corpo ancora acerbo da bambina, mentre nel letto di erba fissava il cielo, incredibilmente blu, il profumo dei fiori, insolito per la sua terra fredda ed aspra, ma in quegli sprazzi di caldo diventava tutto più vivo.. la musica nel villaggio arrivava ovattata, il fratello era sicuramente a fare a pugni con gli altri ragazzini, la madre, come sempre nella grande sala, dove lo Jarl risiedeva, sorrise al pensiero, era piccola ma capiva benissimo che i due erano amanti, però l'onore della madre era nell'arco e nelle sue abilità, guerriera e cacciatrice di grande valore...


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Qualcosa le scivolò sulla gamba, risalendo lentamente, non aveva timore e accolse il serpente sfiorandone le squame fredde.. era rosso come lei, le soleticò il collo fino ad accarezzarle il viso lentigginoso.. e un sussurro le giunse da quella lingua biforcuta...


"SSSvegliati" 



Aslaug aprì gli occhi e si guardò intorno, era nella tenda, fuori la voce di Fjolnir, e ariah che chiacchieravano, derek e nathan che facevano i brillanti con Vel, Beltran che salutava avviandosi prima degli altri e il fuoco ormai morente nelle prime luci dell'alba, si mise a sedere strofinandosi il viso, si chiese come mai sognava cose così strane, sua madre.. lo jarl, forse erano messaggi degli dei? della signora dei venti? quel serpente era forse una suggestione delle grotte appena visitate?
Prima di uscire attese, non le piaceva farsi vedere così, ultimamente stava riflettendo su se stessa, le sue interazioni, il suo temperamento l'aveva portata a diverse sfide, alcune vinte e altre perse, aveva iniziato a vestire diversamente, come a voler indossa un'altra pelle, in più leggeva qualche libro in giro, grazie ai suoi pochi viaggi e sua madre aveva imparato a leggere, fare i conti e scrivere, il suo scopo era ancora opaco, poco chiaro anche a se stessa, ma cominciava a delinearsi una linea guida, il cambiamento e il viaggio sembravano alimentare il tutto, sorrise normalmente prima, al pensiero di Fjolnir e derek che attendevano un'altra sfida e poi il sorriso divenne furbo e ambiguo come sempre, prima di uscire dalla tenda. 
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#5
*la stanza dell'opale era completamente in disordine, evidente le tracce di una lotta, i due corpi, nudi e distesi nel tappeto vicino alla grande vasca*



Aslaug alzò la testa dall'ampio petto del guerriero, le pulsava tutto, con i capelli arruffati si spostò toccandosi le labbra, ancora sporche di rosso, sentiva il suo odore sulla pelle, mentre si guardò allo specchio d'acqua e iniziò a lavarsi

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Si fermò toccandosi la testa e la spalla.. la sera prima era stata battuta, più duramente di quel che credeva, non si aspettava di meno, dopo la lotta dentro il cerchio, dove aveva mostrato la sua forza, pur perdendo, aveva lottato dentro la stanza, sorrise sentendo ancora il suo sangue...
Aveva preso l'iniziativa, storcendo il braccio con una manovra fulminea, lui non si aspettava questa presa, ma la lotta era impari, la differenza di mole era notevole e pur assestando un morso, molto forte, tanto da far sgorgare sangue era stata alzata di peso e buttata a terra, il colpo era stato talmente forte che aveva quasi perso i sensi.. dopo fu un insieme di passioni, morsi e amplessi, tanto da sfiancarla.

Ora era decisamente soddisfatta e guardò la figura dell'uomo con un sorrisino ambiguo, forse c'era tempo per riprendere la lotta.. 
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#6




*passi nella foresta....*


*corvi che gracchiano*


*un battere ritmico, dita nella foresta, vento e poi i lenti tamburi che rimbombano*


*una voce che canta, dolce e lontana..*

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Fisso il cielo ma anche me stessa.. sono immersa nei fiori e l'odore di erba e forte.. 



*Buio... un coro di guerrieri*


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Mi guardo.. non è uno specchio, sono io? 

non lo capisco.. mi addobbo come quando ero bambina, faccio finta di essere una di loro, nel bosco, per essere libera.. continuo a fissarmi, sono inquieta..


*Buio... un ghigno nel buio*


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sento le mie unghia sfiorarmi il labbro, il sangue mi cola nel mento e continuo a fissarmi, i miei occhi.. sono diversi, famelici.. indosso pellicce di lupo, sento il sapore del sangue, nell'oscurità continuo a ridere, sola.



*Aslaug si sveglia di soprassalto, ansima, sudata, la stanza silenziosa, guarda il corpo assopito accanto a lei, si tocca la bocca, sporca di sangue, cerca di ricordare freneticamente l'ultima immagine e con foga prende un pergamena e disegna con frenesia, lo lascia cadere nel letto e raccoglie le sue cose, in preda all'ansia*




Un foglio rimane lì vicino.. in bella vista.

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#7
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Aslaug si alzò dal letto lentamente, la testa le doleva, guardò la stanza rimase seduta, tirando indietro la chioma rossa si rese conto di essere nuda, vicino a lei il corno fatato rimaneva inerme, il contenuto magicamente non si versava, stando sul bordo del corno, si strofinò la faccia con le mani..

"Dei.. sono due giorni che bevo senza fermarmi.." *sospirò forte, doveva riprendere il controllo*


Con calma iniziò a vestirsi, prendendo l'oggetto magico lo fissò combattuta, con uno sforzo lo mise via senza usarlo, ripenso alla sera prima e una serie di immagini le piombarono causandole una fitta

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*morsi.. nettare*

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*tutto si offusca con il suo viso che affonda in un mare di sangue*
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#8
Aslaug osservava il corpo della donna, disteso nel letto macchiato di rosso, debole.. indifeso in quel momento, lentamente inizio a versare la pozione sui morsi più profondi, annusando quella pelle profumata, delicata e curata, si avvicinò al collo aspirandone tutta l'essenza, era stato inebriante, diverso.. ripensò alle poche ore trascorse, un turbinio di immagini le vennero in mente, annebbiandola... per un attimo. 

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Un tocco delicato nella schiena, parole velate di dolce veleno, un dubbio e un ricordo che riemergono, una confidenza estirpata dal miele della preda, poi la provocazione e il gesto di invito, il rosso nettare che le fa annebbiare la vista, un tuffo nella sua essenza.. il caldo della stanza che diventa stantia nell'amplesso che mischia piacere e dolore, il rosso con il trasparente, i corpi che strisciano frenetici, lei vuole ricambiare.. partecipare, la cacciatrice però ha un turbamento dentro... qualcosa nella sua confidenza le lascia un amaro in bocca, la blocca e la rende vittima indifesa, forza e violenza e per placare il suo amaro assapora tutta la sua vita, il pulsare nelle vene.. il contrarsi del ventre e i gemiti che ne seguono... quando alza la testa la fissa, ricorda il suo sguardo fisso, mai distolto dalla sua bocca rossastra, dal suo corpo e dalla chioma rossa arruffata, sente che quella figura così graziosa e delicata ha del veleno nel seno ma non capisce se è per lei o altri.. ma il suo invito la spinge oltre.. e la lascia pallida e nuda.. nella sua tana. 




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#9
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Sudore e Calore.. La stanza accoglieva i gemiti dei due amanti, la sconfitta giunta  di sorpresa aveva lenito la tristezza degli ultimi giorni.. una bestialità in'attesa..
I corpi avvinghiati, alternando momenti di condivisione con supremazia, subiva con piacere era la conseguenza del perdere, il corpo di lui, pieno di cicatrici, atletico e scattante.. 
come quello di lei, avvinghiato.. inizialmente non si era lasciata trascinare, non amava perdere, anche se attendeva questo momento da un po.. ma poi la foga prese il sopravvento..

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Mentre continuava nei movimenti convulsi le labbra di lei si schiudevano nel piacere, e queste venivano riempite di baci, morsi leggeri, atti di violenza venivano alternati a gesti più delicati, al culmine del piacere e nell'inarcare la schiena la cacciatrice emise il suo gemito di sfogo, trovando un abbandono dai pensieri.. 




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Infine l'abbandono silenzioso, fatto del calore dei corpi, il contatto delle nudità che umide ricordano ancora l'amplesso, trovando l'abbandono del sonno e per lei, la ragazza dalla chioma rossa il primo sonno lungo e privo di incubi, dopo molto tempo... una mano che la sfiora e un abbraccio che contrastante la stringe, dopo ore di piacere e violenza. 
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