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[Cyrano] Quel tentacolo di troppo
#1
Non andava bene. Non andava affatto bene.
Per più di un momento in quei giorni aveva davvero sperato che la segnalazione ricevuta da Ariah non fosse nulla di veritiero, dopo aver setacciato metà dei boschi della valle.
Semplicemente qualche voce che era giunta all'Arcidruido, e sulla quale aveva chiesto all'agente più vicino di fare un minimo di indagini, per assicurarsi non fosse nulla di grave.
Ma in effetti doveva intuirlo. Per quel che lo aveva conosciuto, si capiva bene che quell'umano non si era guadagnato il suo titolo per caso, o per mancanza di concorrenza.
Ci doveva essere qualcosa di più, e sfortunatamente c'era.

La quiete della stanza immersa nella notte veniva turbata dal costante rumore ovattato di qualcosa che sbatteva contro il legno.
Non distante da lei, Ariah era immersa un sonno agitato. Aveva provato a convincere l'altra ranger a prendersi qualche ora di riposo più serio, offrendosi di sorvegliare la cosa.
Ma non c'era stato verso, la donna voleva condividere l'ingrato compito di guardia e non ci sarebbe stato modo di farla andar via. Non poteva biasimarla.
Dopo aver provato per un po' di tempo a riposare, ovviamente riuscendoci poco e male, alla fine era arrivato il suo turno.
Si alzò in silenzio, e aprì l'armadio all'interno del quale avevano messo la scatola.

Il contenitore si agitava leggermente, troppo pesante perché la creatura potesse aprirlo, ma non dava segno di voler desistere.
Lei, o più probabilmente le sue oscene propaggini.
Osservò a lungo la scatola, per un singolo istante le balenò in mente l'idea di aprirla un po' di far prendere all'essere un po' più d'aria, ma rinunciò subito.
Troppo rischioso, avrebbe dovuto accontentarsi della minima fessura che le avevano creato. Ma poi, aveva bisogno davvero di respirare? E di mangiare?
Richiuse bene l'armadio, sedendosi a terra appoggiata con la schiena contro la sua anta e raccogliendo le ginocchia al petto.

Al mattino, a mente un po' più lucida, era sua ferma intenzione provare a comunicare con quell'essere.
Dalle sue risposte, o dalla possibile mancanza di esse, avrebbero comunque potuto intuire qualcosa.
Era ancora un animale, anzitutto? E se sì, aveva mantenuto almeno parte della sua memoria e lucidità? O era stato corrotto dal male che ne aveva storpiato la forma fisica?
O, ancora peggio, era ormai preda di un'aliena follia incomprensibile, come aveva suggerito Ivor? Era comunque una prova che si sentiva in dovere di fare.

Due, potenzialmente tre bestie nella stessa zona, nell'arco di una decade. Animali diversi tra di loro.
Potevano essere passati nel posto sbagliato, un luogo in qualche modo contaminato? Potevano aver mangiato qualcosa che non avrebbero dovuto? Potevano essere stati bersaglio di una creatura senziente che li aveva volontariamente fatte diventare così? Una maledizione del genere avrebbe potuto colpire anche loro, se avessero provato ad indagare più a fondo?
La natura, o parte di essa, era certamente la vittima di quanto stava avvenendo, ma si stava convincendo sempre di più che ormai fosse qualcosa di completamente estraneo ad essa. Qualcosa per cui le competenze di un mago sarebbero state più utili rispetto a quelle di chi si limita a vivere con la natura.
Qualunque cosa fosse, aldilà del fatto che fosse semplicemente sbagliata in sé, era pericolosamente vicina a casa sua, questo era certo.

Si allungò a recuperare la borsa, da cui estrasse il suo taccuino, e avvicinò a sé il lume che avevano tenuto in vita per illuminare almeno fiocamente la stanza.
Iniziò a scrivere, intervallando le note con brevi momenti di riflessione passati a fare piccoli disegni che decoravano il lato delle pagine, riuscendo finalmente a rilassarsi un poco. Quando se ne rese conto, si bloccò un attimo, chiedendosi se fosse perché stava disegnando, o perché stava prendendo note per affrontare i tentativi che avrebbero fatto con ordine e metodo. Che cosa... umana. Ma per sua fortuna riuscì a non perdersi troppo in quella considerazione.
Eitinel aveva tentato un incantesimo di Individuazione del Veleno.
Lei stessa, uno di Individuazione del Magico.
Ivor uno di individuazione del male. Si fermò un attimo accigliandosi, realizzando solo ora. Quindi Ivor aveva potuto scoprire se tra di loro vi fosse qualcuno dall'animo malvagio, anche. Mica scemo.
Entro un paio d'ore, avrebbe tentato di parlare con la creatura.
Il giorno dopo, avrebbero provato a studiarla con maggior calma.
Se non fossero riusciti a trovare sufficienti risposte, a quel punto probabilmente avrebbero deciso se provare a recarsi ad Oakengrove, o ad Elven Crossing alla ricerca di un parere più esperto. Strinse le labbra riflettendo. C'era anche quell'organizzazione di strani cacciatori, a Myth Drannor. In effetti loro sarebbero potuti essere d'aiuto. Ma una bestia del genere sarebbe potuta entrare nella Città del Canto?
Nel mentre, Ariah avrebbe mandato un messaggio all'Enclave di Smeraldo. Magari laggiù sapevano qualcosa in più, o avevano semplicemente a disposizione qualcuno di particolarmente esperto in simili faccende. Sempre che esistesse una prassi per cose del genere.

Socchiuse gli occhi, rilassandosi contro l'anta di legno per alcuni momenti socchiudendo gli occhi, in uno dei pochi attimi di calma che l'aberrazione le stava lasciando.
Pochi secondi dopo, il rumore bagnaticcio di uno dei tentacoli che tornava a sbattere contro la superficie di legno in cerca di libertà la fece sussultare.
Si alzò con un grugnito, lanciando istintivamente un'occhiata infastidita verso l'armadio.
In tutto questo, c'era anche da capire come mantenere in vita quell'affare per i giorni a venire...
[Immagine: 6d5d781e0dabaceac4feb581d06e8ff5.jpg]

Show ContentVelyahn:
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#2
Esaminandolo con gli incantesimi l'essere risulta avere solo un'aura malvagia debole, non è né magico né avvelenato.
[Immagine: firma_cyrano.png]
Show ContentSpoiler:
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#3
Un prodigio, come altro poteva chiamarsi!

Che le divinità camminassero tra di noi era una fatto risaputo ma esserne il tramite era molto di più.

Ariah era divenuta il tramite della sua Dea, Mielikki, un privilegio ed un onore che a pochi veniva concesso. In quel momento, la donna, incarnava appieno i dogmi della sua divinità, guadagnandosi il rispetto e la gratitudine dei guardiani dei santuari.

I portali erano stati sigillati e Graster avevo altro materiale per il suo Bestiario...
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