Il campo di battaglia era pieno di cadaveri e moribondi, era stato uno scontro terribile, da entrambe le parti le perdite erano enormi, e la notte perenne non aiutava, i saggi dicevano che la fine era vicina, che il cielo sarebbe caduto schiacciando forti e deboli, così dopo anni di lotta lo scontro finale era giunto.
Aslaug aveva vissuto questi anni con contrasto, le era stata offerta la libertà dopo la prigionia, rapita e arrivata in terra natia imprigionata, se pur trattata con riguardo, una condizione impossibile da sopportare per lei e il suo credo, ma era sopravvissuta, sua madre era diventata lo Jarl del suo villaggio, non sapeva nemmeno come, aveva accettato la libertà combattendo contro sua madre, pronta a tradire chi l'aveva rapita, Jarl Einar, dalla lunga barba, era "impressionante" con due lupi enormi sempre con se e la desiderava come Regina, non era stupida, l'alternativa era la morte, dopo molta sofferenza, così aveva combattuto aspettando la giusta occasione per tradirlo e vendicarsi, ma non era mai giunta..
Era riuscita ad avvertire la madre, ma non era bastato, lei giaceva morta insieme a molti, invece Einar era vivo.. così in mezzo alla battaglia e nell'oscurità, sapendo di non poter fare nulla per la propria Sigga, ormai estinta scappò
Un viaggio lungo e interminabile, prima per mare.. mesi di navigazione, come marinaia, raggiungendo la costa della spada e poi via terra, giungendo vicino le valli, al suo ritorno aveva trovato distruzione e scompiglio, nella sua terra la strage era stata tra due clan, il suo mondo era crollato ma le isole del suo popolo avevano visto solo l'oscurità e la violenza era normalità, qui il mondo che aveva lasciato, le persone amate e gli amici erano morti.. o persi, un mondo di follia aveva pervaso le città che un tempo conosceva.
Arrivo a Hillsfar
Era giunta di sera, stanca e sfiancata, era l'ombra della Aslaug di un tempo, molto del suo entusiasmo e della strafottente "sfida perenne" che le si leggeva negli occhi si era assopita, gli anni trascorsi erano stati duri, fisicamente era indebolita, dalla prigionia e dal lungo viaggio, il suo spirito si era abbattuto, aveva sperato di ritrovare i vecchi compagni di ventura, una traccia del passato ma non era stato così, dietro indicazione di alcuni mercanti aveva raggiunto Hillsfar, le strade della città erano poco frequentate di notte, tranne qualche guardia e alcuni avventurieri che uscivano da una taverna vicino il cancello, un tempo avrebbe preferito rimanere fuori, con i suoi lupi, oggi invece cercava calore, voci e agognava sentire ridere qualcuno..
Aslaug osservava la stanza, al contrario delle altre notti, trascorse fuori, nei boschi con il suo lupo, aveva preso la stanza e si era "sistemata" aveva acquisito più sicurezza, grazie alle recenti conoscenze e collaborazioni, piccoli lavori, un paio di incarichi più grossi e pericolosi e qualche caccia condivisa con altri avventurieri avevano rimpolpato la sacca delle monete, tanto da fare qualche acquisto e sistemarsi, certo non bastavano a vivere bene ma poteva permettersi qualche pozione in più
Spogliandosi si sedette nel letto, la stanza era pulita e sguarnita, senza fronzoli, questo non le dispiaceva, nell'angolo il suo fidato arco, lo scudo e il suo elmo sembravano fissarla quasi, erano il suo passato ma anche il presente, tutto ciò che le rimaneva.
Ripensando al suo ritorno rimase dubbiosa nel viso, era giunta ormai da qualche settimana.. forse un mese? non sapeva dirlo, si era iscritta alla gilda degli avventurieri e aveva iniziato a collaborare con alcune "personalità" del posto, persino persone familiari, che aveva visto anni prima, mentre calpestava le terre delle valli ancora intatte, Valen il paladino di tyr e Leonidas, un guerriero che ai suoi tempi era alle prime armi e ora sembrava un esperto combattente, Dervel un uomo che usa la lama e la magia, cose davvero strane per la ruathen, ma che ha chiaro sangue nordico, di pelo rosso come lei, Shakkara una elfa selvaggia sfidata nell'arena che l'aveva incuriosita, una sfida che per un attimo aveva acceso il fuoco ribelle della rossa.
Poche settimane prima aveva rivisto Essembra, lì dove le lame avevano la sede e dove aveva vissuto per un po, una terra distrutta, piena di creature folli e ombre inquietanti, il ricordo della figura dagli occhi rossi, che la invitava ad entrare in una casa stranamente sana e con una luce fioca nell'oscurità la fece rabbrividire, si era forzata a partire, se pure pericoloso oltre le sue capacità, dietro invito di Luth il capo degli esploratori che la stava aiutando ad ambientarsi, insieme al Paladino e al Fabbro guerriero Darry, ne era uscita quasi indenne se non per l'ultimo scontro, contro un enorme verme, dentro l'albero sacro dei druidi, una maledizione che quasi la uccideva, era stata salvata Da Valen, riuscendo e rientrare insieme al gruppo, lei era la "meno" capace tra loro, ma credeva di essersi distinta, nei giorni successivi aveva viaggiato insieme ad altri avventurieri alle prime armi, come Laima e Zyn, aiutato la Maga Sophie con alcune vicende di folletti e affrontato un esercito orco, quasi rimanendoci insieme al "paroliere" Jester un avventuriero giovane e intraprendente che l'accompagnava da quando era giunta.
Il tutto mentre passava le serate a bere e mangiare e giocare a dadi nella cittadina, cercando di ambientarsi.